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02 novembre 2022

Dolore acuto e cronico: differenze e consigli

Il dolore è definibile come un’esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno fisico.

È una spia che ci informa che non funziona bene qualcosa all’interno del nostro organismo e avverte il rischio di perdita dell’integrità psico-fisica.

Il dolore viene distinto in acuto o cronico, ma a differenziare queste due forme non è solo la durata. Quali sono, dunque, le differenze e quali i consigli più efficaci? Andiamo a scoprirlo insieme.

Per dolore acuto si intende un dolore improvviso e può essere considerato la giusta risposta a uno stimolo dannoso (per esempio un trauma, un’ustione, un intervento chirurgico, ecc.), che mette in allerta l’organismo.

La causa è generalmente evidente: trauma, intervento chirurgico, patologia infettiva o infiammatoria intercorrente e vi sono diverse opzioni terapeutiche per il controllo del dolore.

ll dolore cronico invece è duraturo, determinato dal perdurare dello stimolo dannoso che mantiene la sensazione di sofferenza anche quando la causa iniziale è limitata. È accompagnato da una importante componente emozionale e diminuisce la performance fisica e sociale di chi lo vive.

Mentre nelle forme acute di dolore si riconosce una sola causa, i fattori che alimentano il dolore cronico possono essere diversi e numerosi; le cause più comuni di dolore cronico sono il mal di schiena, l’artrosi, il mal di testa, la neuropatia periferica (un insieme di malattie che coinvolgono i nervi periferici) e il dolore legato ai tumori.

Ricordiamo che la componente acuta, se non gestita correttamente in alcuni casi può evolvere in dolore cronico, è perciò importante instaurare un trattamento  tempestivo ed efficace per prevenire la cronicizzazione del dolore e quindi le conseguenze ad esso connesse.

 


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