L’assenza o la scarsità di ferro nel sangue è conosciuta come anemia da carenza di ferro. In particolar modo, ciò che manca è l'emoglobina, una proteina ricca di ferro che risiede nei globuli rossi e che trasporta l'ossigeno dai polmoni al resto dell'organismo. Quando tale minerale scarseggia, l'organismo è debole al punto da generare sintomi come stanchezza cronica, fiato corto e difficoltà nello svolgimento delle normali azioni quotidiane.

Solitamente il disturbo va via in tempi brevi, diversamente potrebbe trattarsi di un fenomeno associato ad altre patologie che devono essere verificate.

Le conseguenze della mancanza di ferro

Ciò che predispone un soggetto a soffrire di anemia può essere:

• genetica;

• diabete;

• tumori renali;

• artrite reumatoide;

• malattie cardiache;

• malattie infiammatorie croniche intestinali;

• mancanza di cibi contenenti ferro nell’alimentazione;

• gravidanza;

• ciclo mestruale.

I sintomi dell'anemia, invece, sono:

• debolezza;

• affaticamento;

• stordimento;

• mancanza d’aria;

• irritabilità;

• depressione;

• battito cardiaco irregolare;

• pelle pallida;

• arti freddi;

• stanchezza cronica;

• dolore toracico;

• unghie deboli.

Per capire se si è affetti o meno da carenza di ferro, è necessario effettuare delle analisi ematiche per verificare i livelli di emoglobina nel sangue.

Gli integratori utili per riprendersi dall’anemia

Il medico potrebbe prescrivere terapie a base di vitamine, sali minerali e ferro.

Di solito la cura consiste nell’assunzione dai 50 ai 60 mg di ferro due volte al giorno. I sintomi del disturbo spariranno quasi subito, ma bisogna comunque seguire con rigore la cura assegnata dal dottore per tutto il tempo indicato al fine di evitare che la patologia faccia ritorno.